Fronte del Mediterraneo
Agli aviatori viene dato un compito gravoso.
Pensate: spingere delle navi cogli sguardi!
Voi potreste immaginare ch'io vi stia raccontando delle frottole.
Niente affatto.
Io stesso che vi parlo, ho spinto una grossa nave da diecimila tonnellate fin dentro la stretta imboccatura della rada di Biserta.
La nave cammina piano, tanto piano.
È sempre ferma.
Sembra strano ma è cosi:
riesce a spostarsi stando ferma.
Se il mare è appena mosso non si scorge la scia leggera.
Per il forte carico le eliche lavorano indaffaratissime sott'acqua e così non lanciano nemmeno quelle allegre spume che parlano di velocità e di movimento.
Vedete?
Si muovono si, ma sembrano immobili.
L'aeroplano invece corre, corre attorno al giocattolo grosso che è sotto di esso.
Le navi di scorta, quelle si che si muovono rapidamente.
Rapidamente si spostano e si possono difendere e possono offendere;
sono fatte per questo.
I grossi pesanti mercantili, carichi di uomini e di materiale, vanno avanti stando fermi.
Ma dovrebbero saettare, un po' come accade nelle proiezioni simboliche:
una terra tratteggiata, un'altra terra, un mare piccolo cosi e dei bastoncini che nascono d'improvviso davanti ad una costa e rapidissimamente si muovono verso l'altra riva.
In breve, nel tempo di pochi fotogrammi, il convoglio è partito, ha navigato ed è giunto.
Che bello!