Poche frasi convenzionali, pronunciate davanti a un microfono o ripetute da un altoparlante, erano il suggestivo collegamento che ci rendeva partecipi dell’accanita battaglia aerea che si combatteva centinaia di chilometri lontano.
Ssss...
bisbigliò l'aiutante maggiore come mi fui introdotto nell'angusta stanza.
E sottolineò l’avvertimento ponendosi l'indice verticalmente sulle labbra.
Poi, stesami la mano, strinse la mia in segno di saluto e mi sussurrò, con, aria piuttosto misteriosa:
Dopo...
Mi arrestai sulla punta dei piedi, trattenendo il respiro.
Nessuno parlava.
Il colonnello stava ritto accanto alla finestra, e sembrava guardare distrattamente il cielo.
Aveva nella destra un microfono, sul quale tambureggiava in tempo con le dita della mano sinistra.
Di fronte a lui, un aviere mi volgeva la schiena, intento a sorvegliare quattro apparecchi telefonici.
Dalla parte opposta, un erretì, la cuffia appoggiata sulle tempia, azionava con mano esperta le manopole di un apparato radiotrasmittente e quelle di un secondo apparato di dimensioni più piccole, ricevente.
Numerosi cavi correvano lungo le pareti:
uno di questi finiva in un altoparlante situato di fronte alla porta d’ingresso e un altro usciva per un foro praticato nel muro accanto alla finestra.
Fuori, era collegato con un’antenna sostenuta da un sottile palo tubolare irrigidito da numerose controventature, palo che spuntava con singolare contrasto al disopra del campo di ulivi.
L'aiutante maggiore si chinò un momento su un registro aperto sul suo tavolo e nel quale un aviere andava annotando qualcosa.
Si sollevò, e venutomi di nuovo vicino, disse sottovoce:
I nostri caccia sono fuori.
Forse ci, sarà combattimento.
Ultima modifica di michele il Mer Dic 09, 2009 11:15 pm - modificato 1 volta.