Questo Giugno è fausto per le armi italiane, Dall'Atlantico, dove i nostri sommergibili attaccano risolutamente le unità della flotta da guerra e da carico americane e britanniche, al Donez, dove le nostre divisioni procedono instancabili al fianco dei camerati tedeschi, al Mediterraneo, è tutto un fervore guerriero che attesta la volontà di vittoria dell'Italia.
Ma è soprattutto nel Mediterraneo che la forza dell'Italia si è fatta sentire;
nel Mediterraneo, dove due enormi convogli nemici sono stati attaccati, decimati, obbligati a ritornare ai porti di partenza, e dove il fronte inglese in Marmarica è stato travolto dall'impeto delle divisioni italo-germaniche.
Cosicché mai, come in questo giugno apportatore di battaglie, il Mediterraneo è stato così “Mare Nostro “, nella pienezza dell'orgogliosa qualifica;
nostro, vogliamo dire, per dire dei nostri marinai, dei nostri aviatori, dei nostri soldati, che ne dominano saldamente le acque e le coste.
Insomma, l'Italia ha celebrato il secondo annuale del suo ingresso in guerra nel solo modo efficace e degno: con delle vittorie.
E si dimostra, all'inizio del terzo anno, più risoluta e valida combattitrice che mai.
Conservate ancora, in qualche cantuccio della memoria, le parole con cui Churchill, la vigilia del Natale del 1940, si rivolgeva al popolo italiano?
I tempi erano molto duri per noi, allora.
La nostra armata d'Africa aveva dovuto abbandonare già metà della Cirenaica dopo Sidi
el Barrani, e poteva a mala pena tamponare l'avanzata inglese, che in quei giorni si protendeva verso Bengasi.
Le nostre poche divisioni di Albania, cui non potevano essere mandati aiuti che attraverso pochi strettissimi canali di rifornimento, e addirittura col contagocce, erano impegnate fino al collo nel fango sanguinoso di laggiù, e tenevano a stento testa a tutto lo sforzo dell'armata greca, dietro a cui c'erano i rifornimenti inglesi e americani.
E Winston Churchill decise di approfittare della contingenza, e di rivolgete una specie di messaggio alle masse italiane, lusingandosi cosi di fare <precipitare> - come dicevano i giornali anglosassoni, - la situazione interna italiana.
Ma è soprattutto nel Mediterraneo che la forza dell'Italia si è fatta sentire;
nel Mediterraneo, dove due enormi convogli nemici sono stati attaccati, decimati, obbligati a ritornare ai porti di partenza, e dove il fronte inglese in Marmarica è stato travolto dall'impeto delle divisioni italo-germaniche.
Cosicché mai, come in questo giugno apportatore di battaglie, il Mediterraneo è stato così “Mare Nostro “, nella pienezza dell'orgogliosa qualifica;
nostro, vogliamo dire, per dire dei nostri marinai, dei nostri aviatori, dei nostri soldati, che ne dominano saldamente le acque e le coste.
Insomma, l'Italia ha celebrato il secondo annuale del suo ingresso in guerra nel solo modo efficace e degno: con delle vittorie.
E si dimostra, all'inizio del terzo anno, più risoluta e valida combattitrice che mai.
Conservate ancora, in qualche cantuccio della memoria, le parole con cui Churchill, la vigilia del Natale del 1940, si rivolgeva al popolo italiano?
I tempi erano molto duri per noi, allora.
La nostra armata d'Africa aveva dovuto abbandonare già metà della Cirenaica dopo Sidi
el Barrani, e poteva a mala pena tamponare l'avanzata inglese, che in quei giorni si protendeva verso Bengasi.
Le nostre poche divisioni di Albania, cui non potevano essere mandati aiuti che attraverso pochi strettissimi canali di rifornimento, e addirittura col contagocce, erano impegnate fino al collo nel fango sanguinoso di laggiù, e tenevano a stento testa a tutto lo sforzo dell'armata greca, dietro a cui c'erano i rifornimenti inglesi e americani.
E Winston Churchill decise di approfittare della contingenza, e di rivolgete una specie di messaggio alle masse italiane, lusingandosi cosi di fare <precipitare> - come dicevano i giornali anglosassoni, - la situazione interna italiana.