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    Tenente Saieva

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    Messaggio  Red_Group Lun Ott 13, 2008 11:54 pm

    Tenente Saieva Saieva1sc1
    Il Lightning viene giù in picchiata, i suoi due Allison girano al massimo dei giri; dietro, un nostro 205 gli sta addosso come un falco fa con la sua preda: 5000, ... 4000, ... 2500 ... 2000 metri; i due aeroplani si avvicinano velocissimi alla terra.
    Su in alto, sugli 8000 m., continua il gran « calderone» fra gli americani e gli italiani del 1° Gruppo Caccia.
    Il P. 38 americano comincia a raddrizzare il muso, davanti al lui il delta del Po è ormai a pochissimi chilometri.
    Il tenente Saieva, che lo insegue, tira dolcemente la cloche verso di se, il Macchi diminuisce l'angolo di incidenza, e si allinea di nuovo inesorabile dietro il velivolo nemico.
    Il pilota americano lo vede o meglio, lo sente dietro le spalle; il suo apparecchio è già stato colpito e non è in grado di manovrare con agilità; attende la scarica fatale poichè nella posizione in cui si trova non può più far nulla: se raddrizza o vira per tentare di tirare in quota si presenterà comodo bersaglio ai cannoncini dell'italiano; se continua a picchiare si infila nelle valli di Comacchio.
    Per lui è finita ... a meno che ...
    Fuori il carrello, giù i flaps, motori al minimo, ed il P. 38 si inclina or su un lato or sull'altro; sta cercando un terreno adatto , per poter atterrare alla meno peggio, sempre che quell'altro gli dia sufficiente tempo per farlo.
    Saieva ha visto la manovra, riduce a sua volta il motore e tallona vicinissimo l'aeroplano americano.
    Ora potrebbe sparare tranquillamente: in quelle condizioni, sarebbe un gioco abbattere il Lightning, ma la sua mano non preme il pulsante delle armi.
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    Messaggio  Red_Group Lun Ott 13, 2008 11:54 pm

    Tenente Saieva Saieva2fq0
    Qualche chilometro dopo, il caccia statunitense striscia disordinatamente sul terreno molle, sobbalza in aria, rotea quasi su se stesso, striscia ancora, rallenta, sobbalza di nuovo, si inclina su di una semiala e finalmente si ferma con il muso un po' infosato nel fango e le due eliche contorte.
    Il 205 come un fulmine ,passa a pochi metri dal tettuccio, poi tira in quota, « spara » una vitata a coltello e punta di nuovo sul caccia americano.
    Il pilota sta ribaltando all'indietro il tettuccio, si butta fuori dell'abitacolo lasciandosi scivolare a corpo morto verso terra; i suoi occhi sono ipnotizzati da quel caccia che ingrandisce velocemente e che sta per arrivargli addosso.
    Istintivamente si rannicchia su se stesso in un'illusoria speranza di sicurezza: e in attesa delle raffiche da 20 mm.
    La sua vita è nelle mani dell'italiano; ma le raffiche non arrivano.
    Il Macchi ripassa basso in virata; raddrizza, sbatte le ali in segno di saluto e si allontana.
    Incredulità di ritrovarsi vivo!
    Le mani slacciano la cerniera del giubbetto di pelle, annaspano, slegano, strappano il fazzolettone di seta stretto attorno al collo, ed è subito un agitarlo frenetico verso l'alto, verso quel pilota italiano che ora sta tirando su in quota, rimpicciolendo velocemente.

    Giulio Lazzati
    Ali nella Tragedia

      La data/ora di oggi è Ven Nov 22, 2024 11:11 pm