19-9-1943
Volo d'avvicinamento normale:
i tre Re. 2002 con le bombe da 100 Kg. agganciate sotto le ali volano tranquilli nel cielo.
Sotto di loro c’è l'Adriatico , l'obiettivo è la baia dell'isola di Corfù, dove naviglio tedesco tenta di sbarcare uomini e mezzi per sopraffare il nostro presidio che non vuole arrendersi.
I piloti nell'abitacolo, tra il controllo saltuario degli strumenti e qualche parola al microfono, osservano lo spettacolo del mare d'un color verde intenso con riflessi azzurri, interrotto in modo irregolare dalla schiuma bianca delle creste delle onde: eterna, stupenda novità di ogni volo!
Fa caldo e il corpo suda sotto i vari indumenti di volo.
Ci siamo: sotto i tre velivoli, nello specchio d'acqua della zona di Baia Plataria, si distinguono le sagome di una torpediniera e di alcune motozattere.
All'arrivo degli aerei, dai mezzi navali e dalla costa ha inizio il fuoco contraereo.
Batuffoli grigio-rossi si aprono sotto la fusoliera degli aeroplani.
Il capopattuglia da, per radio, gli ultimi ordini:
«Sfilarsi sulla destra, disimpegnarsi a pelo d'acqua, sganciare a 200 metri, ... giu! ».
Ogni pilota spinge la barra in avanti e lateralmente, e il muso dei Re si butta contro il mare e la costa; l'aria fischia nelle fessure del tettuccio, bisogna far forza sui comandi per tenere l'aeroplano.
Tutto in basso si ingrandisce, viene contro il pilota: 500 ... 400 ... 350 ... 300 metri, l'occhio è fisso al collimatore.
Le navi si sono fatte vicinissime, il fuoco contraereo è intenso e preciso;
il primo apparecchio ha sganciato, gli altri due lo seguono in rapida successione.
Volo d'avvicinamento normale:
i tre Re. 2002 con le bombe da 100 Kg. agganciate sotto le ali volano tranquilli nel cielo.
Sotto di loro c’è l'Adriatico , l'obiettivo è la baia dell'isola di Corfù, dove naviglio tedesco tenta di sbarcare uomini e mezzi per sopraffare il nostro presidio che non vuole arrendersi.
I piloti nell'abitacolo, tra il controllo saltuario degli strumenti e qualche parola al microfono, osservano lo spettacolo del mare d'un color verde intenso con riflessi azzurri, interrotto in modo irregolare dalla schiuma bianca delle creste delle onde: eterna, stupenda novità di ogni volo!
Fa caldo e il corpo suda sotto i vari indumenti di volo.
Ci siamo: sotto i tre velivoli, nello specchio d'acqua della zona di Baia Plataria, si distinguono le sagome di una torpediniera e di alcune motozattere.
All'arrivo degli aerei, dai mezzi navali e dalla costa ha inizio il fuoco contraereo.
Batuffoli grigio-rossi si aprono sotto la fusoliera degli aeroplani.
Il capopattuglia da, per radio, gli ultimi ordini:
«Sfilarsi sulla destra, disimpegnarsi a pelo d'acqua, sganciare a 200 metri, ... giu! ».
Ogni pilota spinge la barra in avanti e lateralmente, e il muso dei Re si butta contro il mare e la costa; l'aria fischia nelle fessure del tettuccio, bisogna far forza sui comandi per tenere l'aeroplano.
Tutto in basso si ingrandisce, viene contro il pilota: 500 ... 400 ... 350 ... 300 metri, l'occhio è fisso al collimatore.
Le navi si sono fatte vicinissime, il fuoco contraereo è intenso e preciso;
il primo apparecchio ha sganciato, gli altri due lo seguono in rapida successione.