Mi riferisco al volume scritto dal noto cultore di storia aeronautica Nicola Malizia.
Circa i precedenti del velivolo, mi pare che non sia più il caso di stendere nebbie sulla sua origine:
da quarant'anni se ne parla e se ne scrive, ma ciò che fa testo è la indiscutibile stretta parentela che esiste fra il Re 2000 ed il Republic P. 35.
Non è ne il primo ne l'ultimo caso: il più recente è quello del Concorde e del Tu-144.
Qualcuno ha azzardato che il 2000 è ... nato prima:
asserzione difficile da sostenere, perché il P. 35 porta la firma di Seversky, un cervello di fama internazionale, che fu anche - un po' - il Douhet americano e che certamente non aveva bisogno di copiare niente da noi, dove la struttura metallica non era ancora apparsa.
Che l'aspetto del Reggiane e del Republic non appaghi l'occhio dei posteri dice poco:
la mia generazione lo vide addirittura bello:
cosi come può essere bello un mastino ... senza essere un levriero.
In quei tempi, per ragioni di vulnerabilità, il motore stellare era preferito a quello raffreddato ad acqua e i caccia dell'epoca, equipaggiati con motori di notevole ingombro, non potevano assumere aspetti penetranti, specie quando le potenze erano elevate.
Solo più tardi, con l'aumento delle potenze e degli ingombri in misura inaccettabile, riapparve il radiatore e, con esso, la linea più affusolata.
Il Re 2000 montava un motore che aveva un diametro superiore a quello dei suoi coetanei italiani:
ecco perche era più tozzo;
ciò nonostante il Reggiane e il Republic suscitarono maggiore interesse degli altri monoplani da caccia dell'epoca.