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    Constantin "Bazu" Cantacuzino

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    Messaggio  Staff Ven Set 19, 2008 8:53 pm

    Nel 1933 frequentò la scuola di volo "Mircea Cantacuzino" pagando una somma considerevole per l'epoca, brevettandosi pilota nello stesso anno. Successivamente volò molto in Europa anche come pilota personale del principe G.V. Bibescu.
    Nel 1939 fu il vincitore, con un velivolo Bu133, del campionato nazionale rumeno di vola acrobatico.
    All'inizio del 1941 diventa capo pilota della compagnia di trasporto aerea rumena LARES, ma poco dopo raggiungere il fronte come pilota da caccia in seno al 53° Gruppo dell'Aviazione rumena su "Hurricane" MK 1.
    Dal 5 luglio 1941 al 31 ottobre successivo, quando passò nella riserva ritornando alla LARES, aveva ottenuto 4 vittorie aeree più due probabili. Nel 1943 rientrò in servizio al 7° Gruppo Caccia, equipaggiato con Messerschmitt Bf 109 G, il 26 aprile 1943 al comando del 58° Squadron. In breve tempo (dal 29 giugno al 5 agosto 1943) il suo "punteggio" salì a quota 27 vittorie aeree e il 28 agosto dello stesso anno ricevette la croce di ferro di 1a classe.
    In autunno si ammalò e venne ricoverato in ospedale rientrando al suo reparto solo il 10 febbraio del 1944.
    Il 15 aprile successivo, con un gregario, attaccò una forrnazione di "Liberator" riuscendo ad abbatterne uno.
    Il 31 maggio passò al 9° Gruppo Caccia: a quell'epoca aveva raggiunto 36 vittorie in combattimenti aerei.
    Il 6 giugno 1944 fu il primo pilota rumeno ad abbattere un P-51 "Mustang" e , più tardi, due P38 "Lightning".
    Il 18 agosto successivo divenne comandante il 9° Gruppo Caccia.
    Con l'occupazione sovietica della Romania, dopo l'audace volo in Italia a cui segui l'operazione "Reunion" oggetto di questo articolo, la sua attività operativa si ridusse alquanto.
    L'ultimo combattimento aereo lo sostenne il 25 febbraio 1945 quando, in coppia con il tenente Darjan, ingaggiò 8 FW 190 F abbattendone uno. Impegnati nel cercare il punto di caduta dell'avversario per convalidare la vittoria, i due piloti rumeni non si accorsero di due Bf 109 tedeschi, nel frattempo sopraggiunti, che li abbatterono di sorpresa entrambi.
    Darjan perse la vita ma Cantacuzino sopravisse allo scontro.
    Al terrnine del conflitto, nel maggio 1945, con un totale di 56 vittorie aeree certe più 13 probabili - ottenute nel corso di 608 missioni di guerra contro aerei sovietici, statunitensi e tedeschi - risultò il maggiore asso dell' Aeronautica rumena.
    Morì in Spagna il 26 maggio 1958.
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    Ultima modifica di Staff il Ven Set 19, 2008 8:55 pm - modificato 1 volta.
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    Messaggio  Staff Ven Set 19, 2008 8:54 pm

    L’ Operazione Reunion
    Per proseguire nello sforzo bellico, agli alti comandi tedeschi era ben presente l'importanza della Romania quale principale paese europeo produttore di petrolio e, in particolare, l'area di Ploesti che da sola comprendeva otto grandi complessi petroliferi con ben 42 raffinerie.
    Il giugno 1942 gli Stati Uniti entravano in guerra contro la Bulgaria, l'Ungheria e la Romania, alleate orientali del Reich.
    Per il colonnello statunitense Bonner F. Fellers, distaccato al comando britannico al Cairo, il bombardamento aereo dell'area di Ploesti era da considerarsi d'importanza strategica, ma molteplici erano i problemi legati alla ragguardevole distanza tra le basi alleate e i principali obiettivi.
    I velivoli, infatti, decollando dall' Africa Settentrionale avrebbero dovuto compiere un tragitto, tra andata e ritorno, di ben 4.200 chilometri!
    La prima missione su Ploesti, effettuata il 12 giugno 1942 , non fu certamente un successo, anche se la propaganda statunitense non mancò di magnificame i risultati.
    Era infatti necessario un radicale miglioramento della situazione strategica per poter agire più incisivamente e, in effetti, si dovette attendere un altro anno prima che potesse essere lanciato dagli aeroporti libici un ulteriore e più pesante attacco, l' operazione "Tidal Wave" .
    Dopo quel noto raid del 1943, passarono alcuni mesi prima che l’ USAAF, ora massicciamente presente anche in Italia (aeroporti della zona di Foggia), raggiungesse una forza adeguata per sostenere un'impegnativa campagna contro i centri di produzione di Ploesti mentre affrontava altri pesanti impegni sull'Europa centrale.
    Tra il 4 aprile ed il 19 agosto 1944, i bombardieri della 15th Air Force colpirono il grande complesso petrolifero 19 volte, tanto che si stimò una riduzione nella produzione di idrocarburi dell'80%, ma le locali difese antiaerei, nel loro complesso, rimanevano assai efficaci, avendo abbattuto nel periodo citato ben 223 bombardieri oltre a numerosi dei loro caccia di scorta.
    Fu stimato inoltre che più di 1.100 uomini fra piloti ed equipaggi dei bombardieri e dei caccia fossero caduti in mano tedesca.
    Il 23 agosto 1944, la Romania si arrese alle forze sovietiche che, provenendo da est, erano avanzate in profondità nel paese.
    In quei giorni, tuttavia, avvenne una delle più strane "avventure" della seconda guerra mondiale.
    Tutto ebbe inizio il 17 agosto quando 248 bombardieri B-24 H "Liberator" della 15th AF, guidati in quell'occasione dal Lieutenant Colonel James A. Gunn , comandante del 454th Bomb Group (304th Bomb Wing), raggiunsero l'obiettivo principale della loro missione in territorio rumeno. Poco prima di sganciare il carico bellico, però, quattro degli otto apparecchi in testa al gruppo, fra cui quello del comandante, furono abbattuti dalla Flack tedesca.
    Tutti i membri degli equipaggi riuscirono a lanciarsi con i paracadute, ma il colonnello Gunn, come altri, fu subito catturato dai rumeni.
    Dopo il formale interrogatorio, fu trasferito in un campo di prigionia a Timisul (Bucarest), dove risultò l'ufficiale di grado più elevato tra quelli presenti.
    Nonostante i prigionieri non subissero maltrattamenti fisici, le condizioni generali di vita erano spaventose.
    Il 23 agosto, con il diffondersi della notizia della resa, improvvisamente le guardie rumene del campo scomparvero.
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    Messaggio  Staff Ven Set 19, 2008 8:54 pm

    Il primo intervento del colonnello Gunn fu per mantenere l' ordine, onde evitare che qualche prigioniero si disperdesse nel parapiglia che ovviamente si era generato.
    Al fine di garantire l'incolumità a tutti gli ex prigionieri di guerra alleati, dispose che questi sarebbero rimasti a disposizione nella capitale o nelle immediate vicinanze.
    La ritirata tedesca diede però inizio ad un pesante bombardamento di rappresaglia sulla città che si aggiunse al generale terrore per la prospettiva di un'imminente occupazione sovietica.
    Con qualche sforzo il colonnello statunitense rintracciò alcuni ufficiali rumeni di grado elevato e, dopo alcuni colloqui, fu raggiunto un accordo che permetteva di riunire tutti gli ex prigionieri in un sicuro e vicino aeroporto, pronti per essere trasbordati.
    Poichè un diretto contatto con gli Alleati era impossibile da stabilire, dal momento che mancavano installazioni radio o telegrafi funzionanti, fu organizzato il trasferimento nell'Italia occupata dello stesso Gunn, anche al fine di recapitare alle autorita anglo-americane un messaggio di re Michael di Romania che richiedeva, tra l'altro, l'intervento della 15th AF sulle zone limitrofe alla capitale ancora occupate dai tedeschi.
    In breve tempo fu organizzato un trasferimento con un vecchio bimotore, ma, dopo soli venti minuti di volo, il velivolo dovette rientrare per problemi ai motori.
    Dopo l'atterraggio, il colonnello Gunn fu avvicinato dal capitano Constantin "B?zu" Cantacuzino, che si offri di portarlo in Italia "alla maniera tedesca", ovvero nella fusoliera di un Messerschmitt Bf 109.
    Cantacuzino era comandante del 9° Gruppo da caccia rumeno e aveva volato per la Luftwaffe oltre ad essere un membro della famiglia reale.
    Il rischio di un simile volo, che Gunn accettò subito di compiere, non era però lieve.
    Se fossero stati abbattuti da aerei tedeschi, dalla Flack, dagli stessi Alleati o avessero avuto problemi al motore, ci sarebbero state comunque serie conseguenze per l' americano, rinchiuso nel retro della fusoliera.
    Non essendo disponibili mappe dell'Italia, Gunn ne disegnò una, a memoria, della costa italiana sud-orientale e vi indicò gli elementi per l'avvicinamento alla propria base di S. Giovanni, una delle numerose piste di volo che gli Alleati avevano riattato o realizzato ex novo nella piana di Foggia.
    Inoltre, consigliò il pilota rumeno di volare basso per evitare i radar, ma quello, forse per motivi di eccessivo consumo di carburante, insistette per una quota di 6.000 metri, cosa che avrebbe certamente messo a dura prova la tolleranza al freddo e alla scarsità d' ossigeno del povero passeggero occasionale!
    L' aereo questa volta fu scelto tra i più nuovi: era un Bf 109 G-6, matricola W. nr. 166133, codice 31 bianco, con appena 7 ore e mezza di volo.
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    Messaggio  Staff Ven Set 19, 2008 8:55 pm

    Come precauzione addizionale, a scopo identificativo furono dipinte sui lati della fusoliera due vistose bandiere statunitensi e, mentre ciò era in fase di realizzazione, Cantacuzino trasse Gunn da parte e gli confessò che il piano stava diventando troppo conosciuto in giro, tanto da poter essere compromesso e che, quindi, era necessario affrettarsi.
    Appena la nuova verniciatura dell' aereo fu terminata, il pilota rumeno fornì una pesante tuta di volo all' americano e lo aiutò ad inserirsi nella fusoliera del velivolo dal lato sinistro, attraverso lo stretto portello quadrato d'accesso all'apparato radio, che per l'occasione era stato rimosso.
    Bloccato il portello, decollò quindi immediatamente: erano le 17.20 del 27 agosto.
    Dopo due ore e mezza di volo svoltosi senza incidenti, attraversato l'Adriatico e raggiunta la costa italiana, atterrarono indisturbati sul campo pugliese di S. Giovanni di Foggia.
    Dapprima vi fu qualche incomprensione fra gli statunitensi e il pilota rumeno, nonostante questi cercasse di spiegare in un fluente inglese la particolare situazione, ma alla vista dell'ufficiale americano che usciva con qualche affanno dal velivolo, tutto si risolse al meglio fra saluti e abbracci cordiali.
    I due ufficiali furono subito trasferiti al comando della 15th Air Force a Bari dove le autorità militari statunitensi conobbero l'esatto numero degli aviatori già prigionieri e presenti in Romania.
    Riponendo poca fiducia nella pronta collaborazione dell'alleato sovietico, quella stessa notte furono pianificati i richiesti bombardamenti sugli aeroporti ancora in mano tedesca vicini a Bucarest, mentre all'evacuazione dei prigionieri si sarebbe provveduto con dei bombardieri quadrimotori B-17 "Flying Fortress" rapidamente adattati al trasporto di personale.
    L' operazione fu denominata "Reunion" e si concluse con un pieno successo in pochi giorni, nella migliore tradizione statunitense di compiere sempre ogni sforzo per il recupero dei propri aviatori.
    In sole cinque missioni - condotte nei giorni 31 agosto, 1, 3, 6 e 8 settembre 1944 - 1.161 prigionieri alleati furono trasferiti fuori dalla Romania mediante voli-navetta Bari-Palese/Bucarest e quando i russi completarono l'occupazione dell'intero territorio rumeno, nessun militare alleato era più presente nel paese.
    L'asso rumeno rientrò in patria il giorno dopo del suo arrivo, a bordo di un caccia P-51 "Mustang" poichè il suo Messerschmitt non potè essere subito rifornito con benzina adatta al suo motore.
    Fino al 25 settembre Cantacuzino effettuò alcuni voli di collegamento con l'Italia; poi ritornò al comando del proprio reparto da caccia per combattere i tedeschi in Transilvania.
    Quanto al Bf 109 con il quale aveva raggiunto il Foggiano, il velivolo venne messo fuori uso pochi giorni dopo a seguito della bravata di un pilota statunitense che aveva tentato "alla chetichella" di farlo volare.

    Tratto da Storia Militare, giugno 2004

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